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sabato 17 aprile 2010

WELCOME TO EGYPT!!!






WELCOME TO EGYPTE!

Scrivere del Cairo, dell’Egitto e della sua gente potrebbe richiedere titanici volumi, per cui preferisco essere il più sintetico ed esaustivo possibile.
Il Cairo è una città aperta alle interpretazioni. Non è Firenze: bella , colorata e costosa.
Ci si può limitare ad essere semplici i turisti, venendo impressionati dalla magnificenza delle piramidi e dal folclore dei mercati,osservando il rito del tè per strada, e sibilando frasi encomiastiche alla vista di un bel souvenir. Oppure si può vivere il Cairo, Venendo investiti dalla storia , travolti da migliaia di operai che stanno posando le ultime lastre di copertura delle piramidi. si può entrare nella vita dei mercati e della popolazione , bevendo il più buon tè mai sorseggiato prima, nel più sudicio bicchiere che abbia mai sfiorato le mie labbra.
L’ospitalità degli egiziani è incredibile. Ogni forestiero , se incrociato da un egiziano, riceve un cordiale Welcome to egypt! Alla fine di ogni giornata quasi non se ne può più di tutta questa cordialità. Tornati a Cipro, dopo cinque giorni di benvenuti e discussioni con ogni sorta di persona, la semplicità egiziana, la cortesia e l’allegra mi hanno lasciato un gran vuoto. Davanti casa mia, qui a Cipro, una villa con due porche, silenziosa e superficiale, mi da il benvenuto ogni mattina con il silenzio dei loro proprietari.
La città sembra vivere di notte. Probabilmente a causa del caldo, ma durante il giorno i mercati , le strade e le piazze sono popolati solo da pallide persone in pantaloncini, palesemente turisti, che si stanno compiacendo dell’affare appena conseguito. Durante la notte, dalle 5 del pomeriggio, alle cinque della mattina, Il pugno di turisti si tramuta in uno stormo euforico e colorato. Le strade si surriscaldano dal passio delle persone. I bar estraggono le loro migliori shisha (il narghilè, un oggetto utilizzato per fumare) e i tavoli sono un ricettacolo di donne con il velo, uomini e ragazzi, tutti con i loro tè e le loro risate. Camminare la notte è un’esperienza mai provata prima. Le spezie nell’aria si fanno pesanti con i vapori dei kebab. La menta, la liquirizia e la mela verde rinfrescano il tabacco delle shishe che infervorano l’aria di questi strabilianti profumi.
Si incontrano persone di ogni genere, come nazione araba vuole, le donne portano il velo, ma solo alcune integrale. Le donne sembrano piuttosto integrate, anche se le restrizioni religiose da tutti conosciute impongono alcuni limiti per noi occidentali inconcepibili.
È divertente vedere come i ragazzi fanno i galletti con le loro auto ammaccate e vecchie, sorseggiando non birra ma tè! In meno di un’ora, se si è sociali, ci si ritrova avvolti da giovani che vogliono scattare foto o semplicemente offrire qualcosa. L’ultima sera, seduti su dei divani costituiti da scocche malandate di macchine, abbiamo speso del piacevole tempo tra cammelli e banane (e non è un eufemismo) bevendo caffè egiziano e scherzando in arabo!
Girando per il mercato, il “where are you from?” è una sintassi consueta e ripetuta in ogni lingua. È il loro approccio per invogliarti a d acquistare qualcosa.
Ogni cosa acquistata in giro per i mercati deve essere contrattata. Il prezzo base è sempre 2, 3 o 5 volte il prezzo che puoi ottenere con una buona parlantina e la simpatia cordiale di qualche sorriso. La pratica del patteggio non è solo necessaria al fine di realizzare ottimi affari, ma è un divertente gioco di pazienza e abilità che ogni egiziano si aspetta di vincere. Tornato a casa viene voglia di ribattere sul prezzo dei servizi o delle cose, ma immaginare di scendere dal taxi e dire “ok ti do 5 euro, anziché 10” mi sembra un po’ fuori luogo.
Tutti sono cordiali. Per mera cordialità o perché sperano in un possibile acquisto, comunque i sorrisi non mancano. a volte questa eloquenza può apparire veramente oppressiva, ma le rughe nei volti bruciati dal sole di questa gente, mi sono rimaste nel cuore. Gente che possibilmente abita sopra la tomba dei loro avi(usuale nella città dei morti, un quartiere del Cairo) , in una casa senza tetto con il pavimento di sabbia, ma che sprizza gratitudine anche solo per dieci minuti spesi a chiacchierare con loro.
Il Cairo insegna che la mancia è obbligatoria. All’ingresso di ogni bagno, all’uscita di ogni moschea, dopo un tè, in albergo cosi come per fare una fotografia ad una donna che spella le melanzane, si deve dire addio a qualche pound egiziano. Si arriva al punto che quando si trova qualcuno che da indicazione gratuitamente ci si stupisce!
A questo però fa fronte l’economica vita egiziana. Con cinquanta pound , che sarebbero solo 8 euro europei, potresti vivere una settimana. In Cairo (parlo di quello vero, non il turistico!) per quella cifra puoi acquistare 25 gelati (in Italia 3, 2 se si è a Firenze!), 25 piatti di riso (contro i 2 in Italia), 15 kefie ( 1 in Italia), 500 pagnotte (4 in Italia), 50 caffè, tè , o succhi di frutta (3 succhi, 8 caffè , 8 te in Italia)15 kebab (2 in Italia).
Incredibile pensare alle differenze abissali tra i prezzi nella stessa Cairo per quanto riguarda tutto ciò che potrebbe interessare i turisti e ciò che si discosta dalla uso comune di ogni visitatore. Comunque sia, una cena di lusso in un ristorante a 5 stelle non supera i sessanta pound !
Se non si è suscettibili alla sporcizia, o meglio, se si è coraggiosi, testare le abitudini culinarie del luogo è un’esperienza sensoriale inimitabile. La spremuta di canna da zucchero serviti in bicchieri puliti con un drappo della maglietta del barman è una delizia. Dicesi lo stesso per il karkadè freddo, ristoratore ed ineguagliabile!
Lo stile di guida degli egiziani è incredibile. pensavo di aver visto tutto passando dall’indisciplina siciliana alla prepotenza cipriota, ma mi sbagliavo. Qui non si va veloci ma si va sempre!nel senso che il freno è utilizzato solo in casi di emergenza. Il traffico è un fluire inimmaginabile dove i clacson suonano in continuazione, ma senza rabbia o prepotenza, solo una tattica organizzativa.
ES in caso di un normale rallentamento:
1- Clacson e si passa a destra o a sinistra
2- Il sorpassato risponde con il clacson
3- Ma dietro il sorpassante di sicuro ci sarà qualcuno a cui si ha tagliato la strada che avrà a sua volta deviato l’incidente e suona,
4- di conseguenza il primo sorpassante suona nuovamente e cosi via per tutte le auto di una delle città più grandi del mondo.
Il primo giorno ho pensato che stessimo per incidentarci almeno venti volte. La distanza tra una macchina ed un'altra è di una spanna, e credo che il miglio taxista napoletano finirebbe per diventare la pallina di un flipper tra le strade della capitale egiziana..
Il Cairo è una città senza cielo, coperto da una cortina di gas e sabbia. Nella quale sono rinchiusi abissali discordanze e anacronistici stili di vita. Amo questo luogo, l’essenza povera e umile aperta al sorriso e ad un tè non può che catturare ed ammaliare.

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