FOLLOW ME!

FOLLOW ME!
SEGUIMI SU FACEBOOK, mi trovi come Roberto Zampino, e aggiungi tra le tue pagine preferite Roberto zampino Photographer...

my official web site

my official web site
il mio sito ufficiale

sabato 17 aprile 2010

North cyprus!




La città di lefkosia (Nicosia) è un moderno assemblato culturale nonchè il centro economico dell’isola di Cipro. La tendenza emulatrice ha occidentalizzato l’aspetto estetico della nuova parte della Capitale, arricchendo il panorama orientale di Mc Donald, Armani shop , e franchising vari.
Il centro città è rinchiuso tra mura fortificate del periodo dell’invasione veneziana avvenuto intorno al 1570, che conferiscono alla pianta della citta un aspetto circolare interrotto dalla presenza cadenzata di bastioni .
Dopo l’invasione improvvisa Turchia e gli scontri armati, le truppe turche si rifugiarono nell’intrigato labirinto di strade e stradine che caratterizzano l’attuale nord Lefkosia. La città, come tutta Cipro, è spartita, come fosse un pizza, tra Turchi (al nord) e greci.
Per tutta la frontiere sono dislocate truppe armate con il compito di dissuadere l’avvicinamento e l’attraversamento della frontiera. varcare il confine è possibile solo nei punti appositi di check point, nei quali è semplicemente necessario esporre il proprio passaporto. La vita dei militari di frontiera è oziosa e priva di grande sforzo fisico, ma se solo ci si avvicina alla green line, un pancione armato di mitra, forse più giovane di me, fa fronte da uno dei balconi che danno sulla frontiera. Le partite di pallone in strada, di fronte la propria casermetta (una ogni 300 metri di Green line”) sono usuali da queste parti. E’ ironico immaginare un mezzo armadio che corre imbastito di fucile, coltello da rambo e con gli stivali da post seconda guerra mondiale che tenta di direzionare il pallone verso le due macchine sfasciate che delimitano la porta avversaria.
Discostandosi dalla parte strettamente turistica di Nicosia, la famosa Lidra street, ci si imbatte in viuzze e atmosfere che poco o nulla hanno a che fare con l’occidentalizzazione del resto della città. Le insegne luminose dei numerosi negozi o ristoranti accalappia turisti benestanti , sembrano appartenere ad un mondo sconosciuto.
I piccoli chioschi capaci di vendere dalla frutta a cellulari, sono incastrati in piccole catapecchie non raramente con volte di tetto mancanti.
Dopo un frastagliato vagare per le stradine a volte lerce e umide, una graziosa moschea richiama l’attenzione. L’interno ha una dominanza rossiccia e affascinante, e il silenzio è interrotto solo dai miei timidi scatti (immancabili!)
Ed ovviamente parcheggiata lungo le mura che proteggono la moschea una lussureggiante Lamborghini Diablo da diverse centinaia di migliaia di euro , che stona come fosse la Guernica di Picasso rosa shoching a stelle e strisce.
Attraversando il confine immediatamente si percepisce un declino economico. I primi 100 metri dopo la porta principale hanno qualcosa in comune con lidra street: Negozi, kebab, tavolini, uno strano individuo che si accinge a sbucciare carciofi con le stesse mani che potrebbe avere un gommista dopo aver cambiato la gomma di un fuoristrada , e diversi bazar del tipo “minchiate per turisti!”
Spostandosi dai famosi 100 metri la povertà e la semplicità sono ammutolenti. Stradine anguste, chiesette e la lussuosità delle macchine si arresta ad una misera Golf. Le case, per meta spesso senza copertura, sono quanto di più scarno e ridotte al minimo necessario. Spesso la cucina è riparata da spessi teli blu, scarpe e appendi panni addobbano le strade , marcando un ulteriore differenza dalla parte greca.
Da ogni abitazione risate di bambini mischiate a al trambusto di lamenti in turco proveniente dai televisori , fuoriescono come volessero arricchire di qualcosa le strade vuote.
L’aspetto si stabilizza allontanandosi dal centro. La periferia, costruita dopo l’invasione, sembra rientrare in uno standard, povero ma pur sempre europeo. L’unica differenza: un negozio di roba militare ogni angolo.
L’ingaggio alle armi è una alternativa decisamente richiesta in questa parte dell’isola, nonché ben volentieri accetta dal governo, il quale è ben lieto di incrementare il potere difensivo della frontiera. Ma poi, mi chiedo io, difendere da che? Da un invasione greca che scatenerebbe un pandemonio tra i paesi dell’unione europea? Dal lancio delle uova di qualche estremista? Immagino i titoli di apertura “ arrestato grazie alla prontezza della squadra d’assalto turca, un possibile e gravoso attentato di origine biologia. L’attentatore portava con se una carica non indifferente di uova e pomodori, che , dissimulando il tutto con buste per la spesa, si accingeva ,fingendo un approccio amichevole, a chiedere un accendino ai soldati di guardia …”
Esplorando la parte turca, ci si imbatte in coste smeraldine e affascinanti. Le cittadine di mare sono gioielli eretti sul mediterraneo. Ma la cosa che sbalordisce è la convergenza apparentemente incongruente di una moltitudine smisurata di culture.
A kyrenia, Girne per i turchi, si trova un porto di origine bizantino, ristrutturato dai veneziani che vi hanno conferito un aspetto magico ed accogliente. Una semibaita con acqua cristallina contornata da piccoli ristoranti e tavolini. Le barche ormeggiate sono antichi velieri o grandi navi che mai stonano con l’aspetto etnico, ordinato e antico del porto. Il castello che sovrasta l’ingresso al porto è un miscuglio di architettura bizantina, veneziana, araba, e turca. Le mura mutano l’angolazione e la struttura ad ogni facciata, cosi da apparire irregolarmente armonioso.

Nessun commento:

Posta un commento