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sabato 27 giugno 2009

Scrivere è l’unico modo di avvicinarsi al lavoro di Dio.



Ho capito perchè a qualcuno viene in mente di sedersi davanti a un computer e scrivere.

Capisco finalmente cosa spinge alcuni grandi autori a dedicare gran

parte del loro tempo alle proprie opere.

Sin da piccolo leggere è stata una mia grande passione, mi intriga, mi affascina, mi commuove, mi rilassa, mi da gioie e speranze, ma anche tortuose sofferenze. Leggere è vita.

Colui che non si informa rimane rinchiuso in un universo creato da mura impenetrabili, costruite dalle proprie convinzioni e dalla propria ignoranza.

Malgrado mi piacesse leggere non ho mai avuto intenzione di scrivere nulla, non ne sono capace. La mia testa naviga troppo velocemente in un mare di idee confuse, spinte dalle vele gonfie del soffio di Eolo e la mia mano non riesce a starvi dietro, perdendosi in convulsi intrecci di inchiostro e parole .

Ma sentendo un irrefrenabile bisogno di manifestare le mie paure , i miei sentimenti, i miei ideali ricorro al disegno o alla fotografia. Entrambi dispongono un binomio identificativo e sensoriale peculiare: ciò che vedo e ciò che provo”.

La visione oggettiva della rappresentazione, in un disegno o in una fotografia, apre un mondo di interpretazioni soggettive (ognuno poi interpreta come vuole un'immagine uguale per tutti!).

L’analisi superficiale di un immagine ne stabilisce la bellezza secondo i canoni personali o armonici. Ma indagando negli aspetti più reconditi, osservando non solo ciò che viene rappresentato, ma il come viene descritto e raffigurato, si individuano minuzie che lasciano libero arbitrio all’interpretazione.

Sono come le virgole, i punti e le metriche della poesia.

Progressivamente avanza la mia comprensione del motivo che trascina gli scrittori a giocare con le parole. A posizionarle l’una dopo l’altra, sillaba dopo sillaba , pagina dopo pagina. Questi carpentieri dei vocaboli sono spinti da una immensa voglia di capire, di comprendere meglio ciò che loro stessi credono di sapere, di dare un ordine ai loro pensieri al fine di snodare quella matassa di idee che affolla la loro testa.

In questo periodo, molte delle mie certezze sono state disgregate da idee kamikaze. la mia testa è invasa dai perché. I miei occhi vedono cose a me inconcepibili e le mie orecchie ascoltano messaggi di inquietudine mascherati da “normalità della vita”.

L’uomo ha assunto una tendenza all’entropia mentale. si auto distrugge ledendo la natura e se stesso .

Vedo formicai che traboccano di esserini minuti, fragili, senza ideali, senza speranze.

Esserini che si credono grandi, che bramano materia, capaci di tramare per il potere, o difendere le proprie idee esclusivamente in ambito calcistico o economico. Vedo il rinnegamento, da parte della società, del pensiero.

Il mio cuore si chiede dove sia l’amore, dove il perdono. Che fine abbiano fatto i valori che reggono una società civile. Il coraggio è convertito in esaltazione alla codardia. La lealtà trasformata in ipocriti sorrisi.

In che luogo oscuro sono state riposte le candele della ragione adibite ad illuminare la mente del’uomo?

A volte vorrei non riuscire a pensare, vorrei essere un gatto. Si un gatto! Elegante, intelligente, nobile, ma senza il barlume necessario a struggersi per il mondo che lo circonda. indifferente.

Uno scrittore, scrive per liberarsi. Scrive per illudersi che cambierà qualcosa, per cercare di cambiare qualcosa!

Per vivere un attimo in un mondo utopico ,dove le leggi che muovono il cosmo le crea lui. Scrivere è l’unico modo di avvicinarsi al lavoro di Dio.

Anche io voglio illudermi.

Sono solo un diciannovenne(quasi ventenne…uff) ottuso e caparbio, con tanti sogli e desideri difficili da realizzare. ambiziosi, irraggiungibili probabilmente, ma perdendo la fiducia in noi stessi e nei propri sogni, cosa rimane?

Se noi giovani non speriamo, chi lo deve fare? Se anche noi ci facciamo travolgere dal ridondante passivismo e materialismo che impregna la nostra società, che fine farà il mondo?

Non pretendo certo che chi leggera queste quattro righe, scritte da uno a cui puzza ancora la bocca di latte, consideri i miei pensieri meritevoli di lode. spero solo che pur se in disaccordo con ciò che affermo, il lettore possa prendere spunto per ricominciare o perseverare a sognare, riflettere, pensare.





www.flickr.com/photos/robertozampinofoto

2 commenti:

  1. Intanto non è vero che non sai scrivere, perchè hai appena scritto questo, e penso che sia abbastanza. E poi non è detto che chi ama leggere deve per forza scrivere. Anzi: ci sono persone che, appositamente, stanno ben attente a non "passare dall'altra parte". Cioè, passare dalla parte di chi crea l'arte, di chi compone, di chi scrive, di chi inventa; persone che amano l'arte, ma che non sono artisti, e che non intendono esserlo. E io trovo che sia una condizione stupenda. Perchè ci dobbiamo ostinare di fare di tutto arte? Perchè ostinarci a creare? Non basta assaporare immagini e colori, libri, articoli e parole, così come sono? Senza cercarci qualcosa che non c'è? Non per forza tutto ha un senso impressionante, un senso...nascosto, elitario ed elitistico, criptato, mistico. A volte, temo che si sia persa quella semplicità che serve a gustare la vita. Hai parlato anche di sogni. Bhè, i sogni sono la cosa più semplice e primordiale che esista. Con la difficoltà di questo mondo nuovo, non sembra quasi che le persone abbiano perso la bussola di loro stesse? La cosa più importante e semplice da usare: la loro volontà! Non si sa più cosa si vuole, per cosa si nasce. Non sempre sappiamo esattamente dove stiamo andando. Basterebbe semplicemente sentire di volere e sentire di amare la semplicità, per capirlo. La semplicità delle cose belle perchè sono belle, e non perchè ci cerchiamo un senso. Non so se si capisce quello che voglio dire (come al solito XD !) comunque i miei complimenti, fotografo-scrittore!
    Basta guardardarsi un po' più a fondo senza perdere di vista il sole, il mare, le cose belle, e, naturalmente, le cose in cui si crede.
    Clara Raimondo.

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  2. Ciao Roberto, continua così che non è a te che puzza la bocca di latte. Magari ci fossero migliaia di ragazzi che pensa come te in ogni paese, ne avremmo veramente bisogno per accendere quella luce di speranza che ormai sta scomparendo.

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